lunedì, dicembre 03, 2012

 

PRIMARIE...

Primarie del centrosinistra. Vince Bersani come è giusto e naturale.
Adesso tutti al lavoro per vincere le prossime elezioni!
Bella esperienza gioiosa questa delle primarie. Di questi tempi trovare oltre 3 milioni di persone vogliose di dire la loro, pagando persino, non è cosa da poco.
A qualcuno è venuta questa idea. Nuovi posti di lavoro!



martedì, aprile 03, 2012

 

Massimo Calearo Ciman ha detto che non andrà più alla Camera di qui alla fine della legislatura

Riporto senza commenti la vergognosa intervista di questo campione di incoerenza.

L´INTERVISTA. L´annuncio del parlamentare vicentino scatena un mare di polemiche. L´interessato rincara la dose «Non vado più alla Camera»

Massimo Calearo: «Dimissioni? Farei solamente un piacere al Pd ma ci sto pensando sul serio Ora mi occuperò dell´azienda»

Da "Il Giornale di Vicenza"
sabato 31 marzo 2012 CRONACA, pagina 30

Si è sempre ritenuto un imprenditore prestato alla politica. Prestato diverse volte, a giudicare dai cambiamenti di casacca avvenuti nel corso di questa sua prima legislatura. Ma ieri Massimo Calearo Ciman si è tolto la maschera intervenendo alla trasmissione radiofonica "La zanzara" di Radio24: «Basta, non metterò più piede a Montecitorio».
On. Calearo, cosa è successo?
È successo quel che prima o poi doveva succedere: mi sono reso conto di essere totalmente inutile. Dopo la caduta di Berlusconi il governo Monti può reggere benissimo anche senza il mio voto, senza la mia presenza.
E quindi cosa ha deciso?
Non andrò più alla Camera fino alla fine della legislatura.
Scusi l´obiezione, ma i cittadini che le pagano lo stipendio cosa dovrebbero dire?
Obiezione accolta, e infatti sto seriamente meditando di dimettermi.
Ah, così il discorso cambia...
Lo sa perché non l´ho fatto?
Perché?
Per fare dispetto a quegli sciocchini e a quelle sciocchine del Pd che continuano a spargere veleni sul sottoscritto. Se mi dimettessi farei loro un piacere. E l´ultima cosa che vorrei fare loro è un piacere.
Sì, però percepire lo stipendio da deputato senza andare alla Camera non è il massimo della correttezza.
Se stanno zitti, se stanno zitte, può essere che mi dimetta. Ma se continuano non darò loro questa soddisfazione.
Come è maturato questo distacco totale dopo i suoi anni, come dire, molto vivaci e intensi a Montecitorio?
In questi ultimi mesi sono dovuto rimanere vicino a mia moglie per assisterla durante la malattia che purtroppo se l´è portata via. Al ritorno mi sono trovato a disagio. Ho provato un senso d´inutilità.
Colpa del governo Monti?
Ripeto, il governo Monti non ha più bisogno di me, ma chi ironizza sui miei passaggi di schieramento farebbe bene a non fare troppe battute.
Che siano stati un po´ troppi, però, è un fatto aritmetico...
Vogliamo ricordarli tutti?
In principio fu Veltroni.
Sì, e devo dire che con Walter ci capiamo sempre. Vedi anche l´ultima polemica sull´art. 18, io e lui eravamo sulle stesse posizioni. Pd tendenza Obama, o Blair se preferisce. Poi è arrivato Bersani.
Un comunista?
Beh, insomma, basta vedere dove sta portando il Pd. Direi alla deriva. In ogni caso io non potevo più restarci.
Meglio partecipare alla fondazione dell´Api. Perché è durata poco anche quella?
Era una bella idea, ma con Rutelli proprio non mi capivo.
Di qui il salto tra i Responsabili per dare una mano a Berlusconi. Un pochino incoerente, o no?
Io a Berlusconi sarò eternamente grato. Mi è stato molto vicino nei giorni in cui si stava aggravando mia moglie.
In questo caso la politica non c´entra.
Certo, qui parlo dell´amico. Ma se restiamo fermi all´aspetto politico, il ruolo di consigliere per l´export che mi aveva assegnato il Cavaliere mi aveva ridato la voglia di fare.
Qualcuno disse che cercava solo poltrone. Solo malignità?
Io non ho mai avuto bisogno della politica per vivere. E l´ultimo incarico mi consentiva di fare davvero qualcosa per il mondo delle imprese da cui provenivo.
E dove ha intenzione di tornare?
Proprio così. In questi giorni di forzata assenza ho rimesso le mani in azienda.
Allora si dimetterà da deputato?
Ci sto pensando seriamente.

giovedì, gennaio 05, 2012

 

NON IN MIO NOME

L'altro giorno Calderoli ha chiesto le dimissioni di Monti per un presunto "festino" di capodanno organizzato nelle stanze di Palazzo Chigi. Tralasciando il fatto che fino a un mese fa i suddetti locali ospitavano ben altri festini, così come i voli di stato accompagnavano dolci signorine e l'onorevole Calderoli stava zitto, fa molto ridere il comunicato ufficiale del Presidente del Consiglio (che cliccando qui trovate nel sito ufficiale) che vi riporto qui sotto.
Il tutto solo per far presente a tutti gli Italiani che questi animali leghisti NON PARLANO, ne hanno diritto di farlo, a nome di tutti gli abitanti delle regioni del nord dove non hanno MAI avuto la maggioranza assoluta dei consensi e che di certo non l'avranno mai con le loro ridicolissime prese di posizione.

Il Presidente del Consiglio ha appreso da fonti di stampa che il Senatore Roberto Calderoli avrebbe presentato in data odierna un’interrogazione a risposta scritta con la quale chiede di dar conto delle modalità di svolgimento della cena del 31 dicembre 2011 del medesimo Presidente del Consiglio.
Il Presidente Monti precisa che non c’è stato alcun tipo di festeggiamento presso Palazzo Chigi, ma si è tenuta presso l’appartamento, residenza di servizio del Presidente del Consiglio, una semplice cena di natura privata, dalle ore 20.00 del 31 dicembre 2011 alle ore 00.15 del 1° gennaio 2012, alla quale hanno partecipato: Mario Monti e la moglie, a titolo di residenti pro tempore nell’appartamento suddetto, nonché quali invitati la figlia e il figlio, con i rispettivi coniugi, una sorella della signora Monti con il coniuge, quattro bambini, nipoti dei coniugi Monti, di età compresa tra un anno e mezzo e i sei anni.
Tutti gli invitati alla cena, che hanno trascorso a Roma il periodo dal 27 dicembre al 2 gennaio, risiedevano all’Hotel Nazionale, ovviamente a loro spese.
Gli oneri della serata sono stati sostenuti personalmente da Mario Monti, che, come l’interrogante ricorderà, ha rinunciato alle remunerazioni previste per le posizioni di Presidente del Consiglio e di Ministro dell’economia e delle finanze.
Gli acquisti sono stati effettuati dalla signora Monti a proprie spese presso alcuni negozi siti in Piazza Santa Emerenziana (tortellini e dolce) e in via Cola di Rienzo (cotechino e lenticchie).
La cena è stata preparata e servita in tavola dalla signora Monti. Non vi è perciò stato alcun onere diretto o indiretto per spese di personale.
Il Presidente Monti non si sente tuttavia di escludere che, in relazione al numero relativamente elevato degli invitati (10 ospiti), possano esservi stati per l’Amministrazione di Palazzo Chigi oneri lievemente superiori a quelli abituali per quanto riguarda il consumo di energia elettrica, gas e acqua corrente.

lunedì, giugno 13, 2011

 

13 giugno 2011

E' nata come ode al 30 maggio ma ce la godiamo di più il 13 giugno....


Ode al 30 maggio

Ei fu: il re degli immobili, dato il mortal referto,

vide lo spoglio infausto, trombarlo ormai per certo.



Così, percosso e attonito, a terra si accasciò,

muto pensando al popolo, che dunque lo bocciò.



Invan promesse e favole, aveva dispensato,

invan ci inflisse ignobili concioni, esagitato.



Inutili la Mediaset e il mare di sondaggi

con cui sommerse, impavido, l’Italia e i suoi paraggi:



la verità dell’urne – gli piacque o non gli piacque –

gli inferse la mazzata, onde, infelice, tacque.



Ed or visi funerei s’aggirano stravolti,

i bei sorrisi arcòrei, tosto si son dissolti,



lasciando ai mesti volti i segni del dolor:

tutto è perduto, dicono, purtroppo anche l’onor.



Dall’Alpi a Castrovillari, ai lidi maremmani

piangono calde lacrime i Bondi e gli Schifani.



Eh, beh, caro onorevole, non sempre può far festa,

suvvia non faccia il tragico, sollevi pur la testa.



Lei ch’è un forzuto italico, potente, astuto e ricco,

ritroverà gli stimoli per non colare a picco.



E se il suo amor tradito dall’itale contrade

le fa provare i triboli, tenti con altre strade.



Rifletta che l’amore – mio caro Berlusconi –

nessun può accaparrarselo soltanto coi milioni,



né giova dare al prossimo dei pirla e dei coglioni

solo perché dissentono dalle di lei opinioni.



Finisce qui, per ora, il tempo del suo imperio,

dia retta a me, non s’agiti: cerchi d’esser più serio!



Alessandro Canzoni (alias Nando Tonon)

 

Prima e dopo

Prima del referendum:



Dopo il referendum:


martedì, giugno 07, 2011

 

Partecipiamo!

Aderisco molto volentieri alla giornata di mobilitazione dei blogger italiani alla campagna per i SI ai quattro referendum di domenica 12 e lunedi 13 giugno.
Soprattutto mi pare importantissimo il referendum sul nucleare sul quale va messa definitivamente una croce, come ha fatto ieri la Germania.
Toni


Dicono che il tempo cambi le cose,
ma in realtà le puoi cambiare solamente tu.
(Andy Warhol)



Ci sono anche altri argomenti... Non vorrai mica deludere con un NO o con l'astinenza..... ehm... volevo dire l'astensione, questa bella ragazza!!!


giovedì, marzo 24, 2011

 

Auguri sorelle e fratelli!


Auguri a tutte le mie amiche (e anche agli amici) in occasione di questo 150esimo anniversario dell'Unità d' Italia. Non tutti abbiamo a tal riguardo uguale sensibilità. Io trovo che ci sia su questo argomento anche troppa retorica.
Però credo che se esaminiamo il cammino che abbiamo fatto, prima diventando un popolo, anche se ancora minorenne, come ci ha ricordato Benigni, e poi dando vita, assieme ad altri popoli, all'europa unita, abbiamo più ragioni di gioia che di rammarico.
Io faccio parte della prima generazione della storia dell'umanità ad aver ormai quasi concluso l'intera vita senza mai aver vissuto una guerra. Mi piacerebbe che continuassimo così, a risolvere conflitti e controversie in tribunali e parlamenti, piuttosto che a sparatorie e guerre.
Mi piacerebbe che anche le mie nipotine, e le vostre, vivessero interamente in pace la loro vita.

Allego una foto scattata ieri sera: le bimbe sono già in camicia da notte, pronte per la nanna. E son passate a salutarmi come fanno sempre. Ma in preda a un raptus patriottico, si sono messe a cantare a squarciagola l'inno di mameli (che hanno imparato alla perfezione) sventolando i tricolori. Morivo dal ridere e a fatica son riuscito a fare lo scatto!

Auguri sorelle e fratelli d'italia!

Toni
www.tonicopi.it

giovedì, gennaio 20, 2011

 

UN FURTO E MILLE EQUIVOCI

Un colpo (vero) su un'auto in sosta innesca una storia incredibile
È scambiato per ladro
Il derubato lo insegue e lo sperona ai 130 all'ora

Rubata valigetta con 50 mila euro ad un'orafo che si lancia in una folle caccia all'auto... sbagliata Serve un maxi blocco della polizia

Una valigetta con quasi 50 mila euro in contanti lasciata nell'auto da un orafo barese. Un bandito (vero) che sfonda il finestrino, ruba il tesoro e scappa. E un tranquillo automobilista vicentino scambiato per ladro e per questo bersaglio di un inseguimento mozzafiato da parte della vittima del furto. Ne scaturisce una folle caccia all'uomo (sbagliato) lunga una decina di chilometri, con il derubato e il presunto ladro che sfrecciano ai 130 all'ora sulla Regionale 11, tra semafori rossi ignorati, sorpassi azzardati e tre speronamenti; il primo pensa di essere sulle tracce del ladro e di poter recuperare il maltolto, il secondo non si capacita e teme di essere braccato da un rapinatore o sequestratore. Finisce con un mega posto di blocco della polizia, con mitragliette spianate e giubbotti antiproiettile: i due automobilisti si fermano, tirando un sospiro di sollievo alla vista della forza pubblica. Scopriranno però che era tutto un equivoco, tranne il furto, realmente avvenuto.
È un'incredibile storia degna di un film dei fratelli Coen quella andata in scena domenica tra Montecchio e Creazzo. La procura sta valutando se a carico dell'inseguitore ci possa essere l'ipotesi di violenza privata, mentre l'inseguito non intende per ora sporgere querela per lesioni colpose e danneggiamento. Già, perché si è ritrovato con l'auto ammaccata e un colpo di frusta guaribile in 7 giorni.
IL FURTO. Tutto inizia domenica alle 20.30 a Montecchio Maggiore. M. T., 37 anni, è un orafo barese giunto nel Vicentino per la fiera. Cerca alloggio alla Locanda Botella, in via San Bernardino e lascia la sua A6 davanti all'albergo. Ad un tratto sente scattare l'allarme dell'antifurto, si precipita e trova il finestrino destro in frantumi. Dall'abitacolo è sparita la valigetta che conteneva 45 mila euro in contanti e altri 5 mila in oro semilavorato; dal bagagliaio manca pure un trolley. Il derubato chiede aiuto ad un passante: «Mi hanno derubato, ha visto qualcosa?». Questi gli indica un'auto chiara che si sta allontanando.
L'INSEGUIMENTO. L'orafo si lancia in un forsennato inseguimento. Non sa che sull'auto chiara, una Hyundai, sta viaggiando V. G., un tranquillo 48enne dell'Alto Vicentino. Sta andando ad Arzignano a prendere la figlia e col furto non c'entra nulla. All'altezza di San Vitale viene avvicinato dall'A6 e , vedendo che circola a fari spenti, cerca di segnalarglielo con gli abbaglianti. Si accorge però che quell'auto gli piomba alle costole alla rotatoria che immette sulla variante alle 246. Il vicentino, intimorito e pensando che l'altro si sia offeso per gli abbaglianti, invece che proseguire per Arzignano svolta per la variante, diretto verso Sud. L'A6 lo bracca a pochi centimetri: l'inseguito comincia ad avere paura, mentre l'inseguitore chiama il 112, segnalando ai carabinieri che è sulle tracce del presunto ladro. La Hyundai gira per la zona industriale di Montecchio, l'A6 è sempre dietro: ormai è caccia all'uomo. Ad un certo punto il barese si affianca e fa accostare l'altra auto. Il vicentino si sente urlare qualcosa con accento meridionale, vede il finestrino in frantumi ed è sempre più convinto: «È un bandito e sono in pericolo».
GLI SPERONAMENTI. Riesce a rimettersi in marcia, impugna il cellulare e chiama il 113: la polizia non può sapere della telefonata dell'altro ai carabinieri. Due pattuglie della questura e una della stradale allestiscono in tutta fretta un posto di blocco al sottopasso di Olmo di Creazzo: gli agenti si armano e si proteggono, pronti ad ogni evenienza. Intanto la tensione sale alle stelle: il fuggitivo raggiunge la Regionale 11 e ad uno dei semafori di Alte viene tamponato dall'A6, che non molla. Molti altri incroci, da lì a Olmo, le due auto li attraverseranno col rosso a gran velocità. L'uomo in fuga si sente in un incubo: all'altezza dell'ex discoteca Boom viene speronato da dietro, poi una terza volta a Tavernelle dove, riferisce l'inseguito, le auto viaggiavano ai 130 all'ora. L'epilogo a Olmo: alla vista della polizia, due pattuglie delle volanti e una della stradale, entrambi accostano tirando un sospiro di sollievo. Ma una volta scesi dall'auto scoprono il grande equivoco. Il vicentino non ha rubato nulla, il ladro dei 50 mila euro è un altro e chissà dove se la spassa. L'orafo si scusa, l'altro sembra non volerlo querelare, anche se va a farsi medicare. La posizione del barese è al vaglio della procura.

Dal giornale di vicenza del 19 gennaio 2011

Commento di tonicopi: certo che è davvero spassosa questa scenetta. Me li immagino i carabinieri e i poliziotti che allestiscono il posto di blocco. I primi che vogliono catturare il ladro mentre i secondi vogliono arrestare il presunto rapitore! Per fortuna è finita bene.

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