martedì, aprile 03, 2012

 

Massimo Calearo Ciman ha detto che non andrà più alla Camera di qui alla fine della legislatura

Riporto senza commenti la vergognosa intervista di questo campione di incoerenza.

L´INTERVISTA. L´annuncio del parlamentare vicentino scatena un mare di polemiche. L´interessato rincara la dose «Non vado più alla Camera»

Massimo Calearo: «Dimissioni? Farei solamente un piacere al Pd ma ci sto pensando sul serio Ora mi occuperò dell´azienda»

Da "Il Giornale di Vicenza"
sabato 31 marzo 2012 CRONACA, pagina 30

Si è sempre ritenuto un imprenditore prestato alla politica. Prestato diverse volte, a giudicare dai cambiamenti di casacca avvenuti nel corso di questa sua prima legislatura. Ma ieri Massimo Calearo Ciman si è tolto la maschera intervenendo alla trasmissione radiofonica "La zanzara" di Radio24: «Basta, non metterò più piede a Montecitorio».
On. Calearo, cosa è successo?
È successo quel che prima o poi doveva succedere: mi sono reso conto di essere totalmente inutile. Dopo la caduta di Berlusconi il governo Monti può reggere benissimo anche senza il mio voto, senza la mia presenza.
E quindi cosa ha deciso?
Non andrò più alla Camera fino alla fine della legislatura.
Scusi l´obiezione, ma i cittadini che le pagano lo stipendio cosa dovrebbero dire?
Obiezione accolta, e infatti sto seriamente meditando di dimettermi.
Ah, così il discorso cambia...
Lo sa perché non l´ho fatto?
Perché?
Per fare dispetto a quegli sciocchini e a quelle sciocchine del Pd che continuano a spargere veleni sul sottoscritto. Se mi dimettessi farei loro un piacere. E l´ultima cosa che vorrei fare loro è un piacere.
Sì, però percepire lo stipendio da deputato senza andare alla Camera non è il massimo della correttezza.
Se stanno zitti, se stanno zitte, può essere che mi dimetta. Ma se continuano non darò loro questa soddisfazione.
Come è maturato questo distacco totale dopo i suoi anni, come dire, molto vivaci e intensi a Montecitorio?
In questi ultimi mesi sono dovuto rimanere vicino a mia moglie per assisterla durante la malattia che purtroppo se l´è portata via. Al ritorno mi sono trovato a disagio. Ho provato un senso d´inutilità.
Colpa del governo Monti?
Ripeto, il governo Monti non ha più bisogno di me, ma chi ironizza sui miei passaggi di schieramento farebbe bene a non fare troppe battute.
Che siano stati un po´ troppi, però, è un fatto aritmetico...
Vogliamo ricordarli tutti?
In principio fu Veltroni.
Sì, e devo dire che con Walter ci capiamo sempre. Vedi anche l´ultima polemica sull´art. 18, io e lui eravamo sulle stesse posizioni. Pd tendenza Obama, o Blair se preferisce. Poi è arrivato Bersani.
Un comunista?
Beh, insomma, basta vedere dove sta portando il Pd. Direi alla deriva. In ogni caso io non potevo più restarci.
Meglio partecipare alla fondazione dell´Api. Perché è durata poco anche quella?
Era una bella idea, ma con Rutelli proprio non mi capivo.
Di qui il salto tra i Responsabili per dare una mano a Berlusconi. Un pochino incoerente, o no?
Io a Berlusconi sarò eternamente grato. Mi è stato molto vicino nei giorni in cui si stava aggravando mia moglie.
In questo caso la politica non c´entra.
Certo, qui parlo dell´amico. Ma se restiamo fermi all´aspetto politico, il ruolo di consigliere per l´export che mi aveva assegnato il Cavaliere mi aveva ridato la voglia di fare.
Qualcuno disse che cercava solo poltrone. Solo malignità?
Io non ho mai avuto bisogno della politica per vivere. E l´ultimo incarico mi consentiva di fare davvero qualcosa per il mondo delle imprese da cui provenivo.
E dove ha intenzione di tornare?
Proprio così. In questi giorni di forzata assenza ho rimesso le mani in azienda.
Allora si dimetterà da deputato?
Ci sto pensando seriamente.

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