venerdì, luglio 20, 2007

 

LA STORIA. Una giovane l’ha fatta pagare a un importante uomo d’affari del settore orafo


Ammanetta nella suite l’amante per vendicarsi

Si sa, la vendetta è un piatto che va servito freddo. A questo deve avere pensato una bella ragazza del capoluogo per prendersi la clamorosa rivincita sul “fidanzato” di oltre vent’anni più vecchio che non solo le aveva giurato amore, ma anche di non essere sposato e neppure di avere figli. Invece, quando la ragazza ha saputo che le aveva mentito spudoratamente solo per sedurla e stare con lei, ha meditato la replica, attirandolo in una trappola preparata con abilità, anche a rischio di fargli venire un infarto.
Sì, perché l’apprezzato e noto uomo d’affari del settore orafo che si muove su più continenti, per oltre cinque ore è rimasto ammanettato al letto della suite di un noto albergo della zona in tenuta adamitica: nudo come mamma l’ha fatto. Quando è stato soccorso intorno alle 8 del mattino da un conoscente preoccupato di non vederlo e dal direttore dell’albergo, la vittima del feroce scherzo ha chiesto soltanto una cosa: grande riservatezza. Per questo motivo non si era messo a urlare per essere liberato, altrimenti avrebbe svegliato nel cuore della notte gli ospiti. Ovvio che in numerosi ambienti non si parla d’altro.
È lo scorso gennaio quando alla fiera dell’oro Michela fa la conoscenza del top manager di una delle più importanti maison internazionali. Lei è attratta dal ruolo, dal fascino e, perché no?, anche dalla sua ricchezza. Al contrario, l’uomo dalla sua simpatica e prorompente freschezza. È la storia di sempre.
Cominciano a frequentarsi e in breve arrivano al dunque. La relazione va avanti per qualche settimana, alimentata perlopiù dal telefonino perché lui è in giro per il mondo, fino a quando una sera in un ristorante del centro storico la coppia non incontra un amico di lei. Brevi presentazioni, poi approfittando del fatto che il manager si allontana per una telefonata, Michela parla con l’amico, il quale la mette al corrente della verità. «Beh, sì, lui è un pezzo grosso, anche perché ha sposato una donna molto ricca, dalla quale ha avuto due figli», le dice. «Ma sei sicuro?», gli risponde istintivamente. «Certo, lo sanno tutti».
All’ingenua Michela si aprono all’improvviso gli occhi. Pensava di essere accorta, invece capisce di essere stata presa per il naso. Poco dopo torna il fidanzato e deve trattenersi per non sputargli in un occhio. Quella sera rimugina su come comportarsi. Appena terminata la cena si fa accompagnare a casa adducendo un malessere. È arrabbiata con lui e con se stessa.
Per farla breve, si fa negare per qualche giorno al cellulare quando lui la chiama, poi, complice la lettura di un libro, si persuade che l’unica maniera per fargliela pagare e la vendetta. Quando lui la chiama per l’ennesima volta, finalmente gli risponde. Ha già deciso. Sono passate alcune settimane da quella cena. Nel frattempo Michela ha preso informazioni su di lui ed ha avuto la conferma che dall’altra parte dell’Atlantico è sposato.
Così decide di contraccambiare l’affronto. Prima fa un po’ la preziosa, poi accetta l’invito e butta lì che per rappacificarsi ha prenotato la suite nell’albergo tal dei tali. Il resto lo si può immaginare. Una volta in camera lei gli propone una variante sul tema. Lui eccitato non capisce più nulla, soprattutto quando lei si spoglia, languida e appassionata.
È solo l’inizio della indimenticabile serata. Michela estrae un paio di manette e lui, pregustando il finale con effetti speciali, si lascia bloccare al letto. Solo a quel punto capisce di essere finito in un’imboscata. Michela gli fa vedere le chiavi delle manette e poi le mette sul comodino a qualche metro. Irragiungibili. Si riveste in fretta, lui la implora di liberarlo, lei lo gela, lasciando la suite, con poche parole: «Sei un grande stronzo».
Cinque ore dopo la liberazione, quando alla reception, preoccupati perché l’uomo d’affari non rispondeva, stavano per chiamare la polizia.


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